La sciamatura è il momento culminante —quello visibile dall'esterno— della riproduzione di una colonia di api. 

Durante la primavera la colonia cresce molto rapidamente: la regina depone oltre 1'500 uova al giorno, fino a 2'000. Dopo 21 giorni di sviluppo, queste uova diventano api adulte, che possono occuparsi dell'allevamento delle larve, della costruzione del nido, e di andare a cercare cibo; cibo e nuovo spazio nel nido che possono alloggiare altre uova e larve, permettendo così una straordinaria crescita della famiglia. Man mano che le api diventano più numerose, lo spazio inizia a scarseggiare. Inoltre i segnali chimici (ferormoni) che provengono dalla regina sono ripartiti su un numero sempre maggiore di api, così che ciascuna di loro ne riceve una dose sempre minore. A un certo punto, queste due circostanze danno il segnale che è possibile dividere la famiglia in due parti.

Il primo sintomo che l'apicoltore può vedere è che inizia l'allevamento dei fuchi, cioè dei maschi che avranno il compito di fecondare le nuove regine. Qualche tempo dopo, le api costruiscono delle celle più grandi, nelle quali alloggeranno le nuove regine. Quando la regina esistente vi depone delle uova, le api iniziano una nutrizione proteica spinta, a base di pappa reale. La larva cresce molto rapidamente, e a 16 giorni dalla deposizione nasce una nuova regina. Una volta assicuratesi che una nuova regina è pronta a prendere il posto di quella vecchia, la famiglia si può effettivamente riprodurre, per scissione: la vecchia regina, assieme a circa tre quarti delle api, se ne va, lasciando in eredità alla figlia che rimane nel vecchio nido (si noti che nel caso delle api non sono i figli ad andarsene, bensì i genitori) tutte le scorte di cibo, e le uova e le larve che ancora dovranno nascere.

La famiglia nell'arnia di Castensago è sciamata per la prima volta il 14 maggio. Nessuno l'ha vista partire, ma l'evento è stato registrato dai sensori dell'arnia. L'immagine seguente riporta il peso dell'arnia dalle prime ore del giorno della sciamatura ai due giorni seguenti:

sciamatura2020 peso

 

Tra le 13:21 e le 13:29 il peso dell'arnia è diminuito improvvisamente di 1.9 kg. Un'ape pesa grossomodo un decimo di grammo a vuoto. Per la sciamatura, però, le api partono portandosi appresso tutte le scorte che riescono a immagazzinare nel loro stomaco: nei primi giorni potranno contare solamente su quel cibo, non avendo ancora un nido dove depositarne dell'altro. Il peso di ciascuna ape può dunque arrivare a 150-160 mg. Questo significa che i notri 1900 grammi di api corrispondono a circa 12'600 individui.

Cosa succede a questo sciame? Le oltre 12'000 api volate fuori dall'arnia in pochi minuti iniziano a posarsi su qualche appoggio nei dintorni. La regina madre, infatti, è molto pesante (nonostante le operaie l'abbiano tenuta a dieta nei giorni precedenti per permetterle di volare), e fa fatica a muoversi. Le api si appoggiano tutte assieme (o, più raramente, in distinti gruppi, come nell'immagine, che a scopo illustrativo riprende un altro sciame, non quello di Castensago del quale non abbiamo fotografie), formando quelle strutture che a volte capita finiscano in qualche giardino per il terrore dei proprietari (terrore immotivato: come detto, le api partono da casa riempiendosi la pancia di miele —così tanto da non riuscire a piegarsi: non sono dunque in grado di pungere!):

sciame

Mentre il grosso delle api se ne sta lì appeso, in modalità risparmio energia (ricordiamo che il miele che hanno nello stomaco costituisce l'unica fonte di nutrimento, e le api non possono permettersi di sprecarlo), poche di loro (2-300) si occupa di cercare un nuovo nido. Quando l'avranno trovato, partiranno tutte assieme verso la loro nuova casa, dove costruiranno il nido e riprenderanno il ciclo vitale usuale, fino all'anno successivo quando cercheranno di sciamare ancora (per l'affascinante processo con cui le api raggiungono il consenso sulla nuova casa si rimanda a T. Seeley, La democrazia delle api, edizioni Montaonda, 2017)

Cosa succede intanto nella vecchia arnia? La vecchia regina ha lasciato migliaia di uova, larve e pupe, così che l'arnia si ripopolerà molto velocemente. Intanto nasceranno le nuove regine: diverse (mediamente oltre una dozzina), perché le api non rischiano tutto allevandone una sola. Tuttavia una sola potrà sopravvivere per condurre la nuova famiglia al raccolto e allo svernamento: le regine si scontrano tra loro in una lotta mortale, e una sola sopravvive. A meno che … 

C'è una seconda possibilità: quando nasce la prima delle regine, potrebbero esserci già così tante api che si potrebbe tentare di formare non due famiglie, ma tre (o addirittura di più). In tal caso la primogenita avvisa le altre, emettendo uno specifico richiamo, che sta per partire a sua volta, naturalmente accompagnata da un numero cospicuo di api. Le sorelle non emergono dalla loro cella, e può avere luogo una sciamatura secondaria. Vedremo se questo accadrà nell'arnia di Castensago.

Oltre al peso, i sensori dell'arnia di Castensago hanno anche registrato la preparazione della sciamatura. Per poter volare, le api devono riscaldare i muscoli toracici (quelli che governano il movimento delle ali) a 35°. La sciamatura di 12'000 api richiede dunque che ci siano 12'000 insetti che iniziano qualche tempo prima dell'involo a scaldare i propri muscoli. Il risultato è che la temperatura dell'arnia sale di qualche grado, come mostra il prossimo grafico. Nel diagramma è riportato ancora il peso, per mostrare il momento esatto dell'involo, e la temperatura registrata dai 5 sensori interni all'arnia:

sciamatura2020 temperatura 

 

Mentre un'ora prima della partenza la temperatura di tutti i sensori indicava circa 35° —la temperatura alla quale le api allevano la covata: vedi articolo Il nido— mezz'oretta prima della partenza inizia la fase di riscaldamento della muscolatura di tutte le 12'000 api che sciameranno. Questo porta a un picco di temperatura di 37-37.4°. Dopo l'agitazione della partenza, ci vuole ancora mezz'ora perché la temperatura rientri ai livelli normali. Per un periodo così breve, le larve e le pure —incluse quelle, importantissime, delle future regine— possono tranquillamente tollerare temperature superiori al normale.