Per le api l'inverno è tempo di pausa: con scorte ridotte di cibo per le larve (polline), solitamente le api non possono permettersi di mantenere la covata per tutto l'inverno.

In zone più calde, o vicino a giardini dove fiorisce qualche pianta ornamentale portatrice di polline, le api possono proseguire con la covata anche d'inverno. Nelle nostre regioni, invece, in generale si fermano verso metà o fine ottobre, a volte magari riattivandosi temporaneamente per qualche settimana consumando un po' di scorte, per poi riprendere permanentemente l'attività quando sono a disposizione i primi pollini.

nocciolo

Questo è quanto sta succedendo ora (23 gennaio 2020). I noccioli sono in piena fioritura, le temperature miti permettono alle api di volare per raccogliere il polline, e la covata sta riprendendo.

Senza andare a dosturbare le nostre api, possiamo renderci conto di questa attività osservando i grafici dei nostri sensori, che mostrano che la temperatura interna all'arnia è salita oltre i 30° e si sta stabilizzando. Il grafico riprodotto qui sotto mostra le temperature registrate dai 5 sensori inseriti negli spazi tra telai. Quello che misura la temperatura in fondo all'arnia (sensore SB11) —una zona non presidiata dalle api— indica temperature che oscillano tra i 5° di notte e i 12° nel momento più caldo della giornata, seguendo l'andamento della la temperatura esterna (sensore SC1).

Un po' più vicino al lato frontale dell'arnia, il sensore SB12 riporta circa 5° in più di SB11, anch'essi seguendo l'andamento della temperatura esterna.

Le api sono concentrate attorno ai sensori SB13 e SB 14, cioè al centro dell'arnia, leggermente spostate in avanti. Il centro della vita delle api al momento è attorno a SB 13, dove sono registrati 30-31°. La covata è probabilmente un po' lontana dal sensore, viceversa si osserverebbero 34-35° —la temperatura necessaria per la sopravvivenza e lo sviluppo della covata. Si nota che la temperatura attorno al sensore centrale è praticamente costante: non scende di notte, quando la temperatura esterna è ancora al di sotto dello zero, e di giorno nel momento di massima attività delle api sale solo di un paio di gradi. Se il sensore fosse proprio sulla covata, la temperatura oscillerebbe ancora meno —lo vedremo presumibilmente fra poche settimane, quando la covata sarà ulteriormente estesa. La regina è certamente in questa parte dell'arnia, e da ora in avanti se ne allontanerà solo man mano che la zona di allevamento delle giovani api si estenderà verso le parti più periferiche del nido.

Il sensore SB14 cattura l'attività delle api poco lontano dalla zona della covata: non è così caldo, ma anche di notte le api mantengono una temperatura confortevole di 24°.

SB15 è il sensore situato più vicino all'entrata. È quello soggetto alle fluttuazioni più ampie di temperatura: di notte, quando l'aria fredda penetra dentro l'arnia, la temperatura scende fino a 5°, mentre di giorno, quando il sole batte sul lato frontale dell'arnia e il legno agisce come un radiatore, la temperatura sale ben oltre i 20°.

Immagine del 23.01.20 alle 04.57

 

 

 

Aggiornamento al 27 gennaio 2020:

Come previsto al momento della stesura dell'articolo del blog (23 gennaio 2020), la temperatura indicata dal sensore al centro del glomere delle api è ormai costante, indipendente dalle oscillazioni esterne, costantemente al di sopra dei 30° e con una media leggermente crescente, come da screenshot dei grafici a lungo termine dei sensori. Questo conferma che la covata si è avviata.

 

Immagine del 27.01.20 alle 05.47