La primavera è la stagione nella quale le api ricostruscono l'intera popolazione dopo la pausa di deposizione invernale: le temperature aumentano, assestandosi attorno ai 35° (la temperatura necessaria per l'allevamento della covata), dapprima su un solo telaio, poi gradualmente nel resto tutto il nido; la regina depone dapprima poche uova ogni giorno, ma verso maggio arriva a 1'500 - 2'000. La popolazione di api cresce rapidamente, preparandosi alla sciamatura.

 

Naturalmente il mantenimento di temperature elevate e costanti (fuori la temperatura può ancora avvicinarsi a 0°!) e l'elevato numero di bocche da sfamare richiedono un notevole apporto di energia, che le api ottengono dal miele. Normalmente le api usano dapprima quanto resta delle loro scorte dell'anno passato, poi (a partire dalla fioritura del ciliegio, nella prima metà di aprile) si arrangiano a trovare del nettare che permette, se non di iniziare a ricostituire le scorte, almeno di trovare sufficiente nutrimento per le attività quotidiane.

La primavera del 2021 è costata molto cara alle api. Nonostante a Castensago la deposizione sia ripresa tardi nel 2021 (24 febbraio) rispetto al 2020 (21 gennaio), permettendo un considerevole risparmio energetico, la natura è stata avara: freddo prolungato, con gelate tardive, tempo coperto, e molto vento hanno impedito a fiori e piante di produrre nettare. Le api non hanno dunque trovato gran che (e diversi giorni non hanno neppure potuto volare).

La bilancia dell'arnia di Castensago ne è testimone. Nel corso del mese di marzo, il peso complessivo dell'arnia è sceso da 64 a 61 kg, indicando un consumo medio netto di circa 100 grammi al giorno:

Immagine del 22.05.21 alle 16.55

Verso metà aprile, le scorte accumulate in estate erano quasi esaurite: ad un controllo, le api erano nervosissime proprio per la mancanza di cibo. Abbiamo dunque iniziato a nutrirle. Il grafico della bilancia è eloquente, ma i dettagli sono di difficile lettura. I cali improvvisi di peso corrispondono alle aperture dell'arnia (i dati sono registrati ogni 4 minuti: a volte la rimozione del coperchio non è registrata, a volte sì); Il primo sbalzo corrisponde all'apertura dell'arnia per effettuare un controllo interno, la seconda la seconda è avvenuta in seguito ad un apporto di nutrimento (sciroppo zuccherino). Altri apporti di nutrimenti sono ricopnoscibilio dagli aumenti improvvisi:

Immagine del 19.05.21 alle 06.55

 

Scaricando i dati e usando dei fogli di calcolo per riportarli graficamente in modo meglio leggibile si vedono più chiaramente gli appoorti di sciroppo e se ne può misurare il peso: in 6 volte sono stati versati nel nutritore che si trova sotto il coperchio 7.4 kg di sciroppo, complessivamente.

Immagine del 19.05.21 alle 08.27 

Eppure, il peso dell'arnia tra l'inizio e la fine delle misurazioni (5 aprile e il 16 maggio) non è praticamente cambiato. Questo sgnifica che la perdita netto di peso in questo periodo è stata appunto di 7.4 kg, vale a dire mediamente 238 grammi al giorno. Se le api non foissero state nutrite, sarebbero morte di fame. Si noti che alle api di Castensago non viene sottratto il miele raccolto durante l'estate.

Questo ci dà un'indicazione importante: senza l'apicoltore, in una stagione come questa le api non sarebbero in grado di sopravvivere, anche se potessero disporre di tutto il miele raccolto durante l'anno. Se anche fossero sopravvissuti a malattie e parassiti (questi ultimi, in particolare, sono in  grado di uccidere intere colonie di api), gli sciami sfuggiti agli apicoltori nell'anno precedente sarebbero morti di fame nel corso della primavera. 

La vita dell'ape è dunque un affare rischioso: senza l'aiuto degli apicoltori, una brutta stagione potrebbe estinguerle in un'intera regione.